Meta e la battaglia per la privacy: denuncia delle organizzazioni dei consumatori

Otto gruppi di associazioni di tutela dei consumatori europei, facenti parte della rete BEUC – l’Organizzazione Europea dei Consumatori – hanno deciso di intraprendere azioni legali presso le autorità nazionali per la protezione dei dati contro Meta, una delle principali aziende tecnologiche al mondo.
Sulla base delle accuse, il colosso della tecnologia non avrebbe adottato correttamente i principi di trattamento fondamentali del GDPR.

 

La vicenda

È emerso che Meta non abbia rispettato i principi chiave del GDPR riguardanti il trattamento corretto dei dati, la minimizzazione delle informazioni raccolte e la limitazione delle finalità.

In particolare, sembra che Meta non abbia una base giuridica valida per giustificare la sua massiccia raccolta di dati personali degli utenti di Facebook e Instagram perché la scelta che ha imposto ai propri utenti non ha portato ad un consenso libero e informato.

Le pratiche illegali di Meta hanno alimentato un sistema pubblicitario basato sulla sorveglianza, il quale ha tracciato i consumatori online e ha raccolto ingenti quantità di dati personali, al fine di mostrare loro annunci pubblicitari personalizzati, basati sui loro gusti e abitudini di consumo.

Le associazioni dei consumatori hanno formalizzato le richieste in diverse nazioni europee, fra cui Danimarca, Francia, Grecia, Norvegia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna.

Quest’ultime hanno fatto emergere la crescente consapevolezza e preoccupazione riguardo alle modalità, attraverso le quali le grandi società tecnologiche gestiscono e utilizzano i dati personali dei cittadini europei.

 

Privacy a rischio

Questo conflitto in corso tra le società di social media e le associazioni dei consumatori ha sollevato questioni cruciali riguardanti la privacy online e la trasparenza delle pratiche aziendali.

La raccolta massiva di dati e le modalità con cui sono stati gestiti gli abbonamenti a pagamento sono tematiche che richiedono tutt’ora un’attenzione particolare da parte delle autorità di regolamentazione europee.

È evidente la crescente preoccupazione dei consumatori per la protezione della loro privacy e, parallelamente, la pratica delle società di social media di sfruttare i dati per i propri modelli di business.

In questo contesto, sono emersi interrogativi significativi sulla necessità di rafforzare ulteriormente le normative e di vigilare attentamente sulle pratiche delle piattaforme digitali per garantire un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela dei diritti individuali.

 

Conclusioni

La portavoce della BEUC ha dichiarato che l’azione legale è stata intrapresa al fine di mettere in luce il fatto che i modelli di business basati sulla sorveglianza hanno creato una serie di problemi secondo il GDPR.

Questa presa di posizione ha sottolineato l’incapacità degli utenti di dare un consenso volontario alla raccolta dei dati, evidenziando in particolare il caso dell’abbonamento mensile di Meta a 9,99 Euro, che ha permesso di eliminare gli annunci.

Le preoccupazioni riguardanti la privacy e il trattamento dei dati da parte delle grandi piattaforme tecnologiche sono sempre più rilevanti. Pertanto, è necessario che le autorità competenti agiscano e affrontino le pratiche delle grandi aziende tecnologiche che sfruttano la sorveglianza per fini commerciali.

 

 

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