Il tema “caldo” degli ultimi giorni è la probabile proroga dei controlli e delle sanzioni relative agli adempimenti del nuovo regolamento europeo.
Dopo l’annuncio del CNIL riguardante l’introduzione di un “grace period” per i primi mesi successivi all’entrata in vigore del GDPR, ci si interroga se anche l’Italia seguirà la stessa strada dei colleghi francesi.
In uno degli ultimi provvedimenti del garante possiamo leggere:
“Considerato che la delega per l’attuazione delle disposizioni del Regolamento di cui alla legge n. 205/2017 non è stata ancora esercitata e il decreto legislativo, che verrà adottato in ottemperanza alla medesima delega, sarà suscettibile di incidere profondamente sulla materia in esame, si ritiene opportuno differire l’applicazione del presente provvedimento con riferimento a quanto sopra fino a sei mesi dall’entrata in vigore del predetto decreto, fatta salva diversa determinazione del Garante adottata anche anteriormente a tale data. Ciò anche al fine di consentire all’Autorità di poter acquisire informazioni dai titolari dei trattamenti effettuati per via automatizzata o tramite tecnologie digitali.”
Tale provvedimento riguarda le modalità attraverso le quali il Garante stesso monitora l’applicazione del Regolamento e vigila sulla sua applicazione, le modalità di verifica della presenza di adeguate infrastrutture , l’informativa da fornire a cura dei titolari di dati personali che effettuano un trattamento fondato sul legittimo interesse che prevede l’uso di nuove tecnologie o di strumenti automatizzati e le buone prassi in materia di trattamento dei dati personali fondato sul legittimo interesse del titolare.
E’ importante precisare come non ci sia un’esplicita propoga e che la suddetta non riguarda e non potrà mai riguardare l’applicazione del regolamento: non essendo una legge nazionale, un provvedimento del garante non ha il potere di propogare l’applicazione della norma che rimane fissa al 25 maggio 2018.
La possibilità che vengano rimandati controlli e sanzioni non potrà quindi diventare una scusa per ritardare l’applicazione della norma.