Telemarketing: nuovi provvedimenti alle società energetiche telefoniche

Il telemarketing è un fenomeno che fa riferimento a tutte quelle attività promozionali e di vendita effettuato attraverso lo strumento elettronico. Un fenomeno che, però, sta diventando pervasivo e che potrebbe danneggiare la tutela della nostra privacy. Questo allarme è stato lanciato anche dal Garante per la protezione dei dati personali che ha deciso di adottare alcuni provvedimenti.

 

Sanzioni nel settore telefonico: il caso Tim

Tim S.p.A. ha ricevuto da parte del Garante una multa di quasi 8 milioni di euro, l’ammenda più alta mai comminata dall’Autorità. La società è stata accusata di violazioni ripetute e protratte nel tempo, tra cui:

  • Sorveglianza inadeguata sui call center abusivi che operano al di fuori della sua rete ufficiale;
  • Controllo inadatto rispetto alle richieste di esercizio dei diritti degli interessati;
  • Pubblicazione errata di dati personali negli elenchi telefonici, senza il consenso degli interessati;

Il garante per la Privacy ha riconosciuto alcuni miglioramenti significativi nella gestione di Tim, tuttavia ritiene ancora necessario l’esigenza di attuare cambiamenti più incisivi verso l’eliminazione del telemarketing selvaggio.

 

Sanzioni nel settore energetico: Green Network e Sorgenia

Due società nell’ambito energetico – Green Network e Sorgenia – sono state multate rispettivamente di 238 mila euro e 677 mila euro. Queste due realtà hanno ricevuto una notevole ammenda per due principali motivazioni:

  • Assenza di misure idonee a garantire la tracciabilità di tutte le operazioni svolte sulle piattaforme di caricamento delle proposte contrattuali;
  • Mancanza di consapevolezza di tutti i trattamenti svolti nell’ambito della filiera del telemarketing.

 

Obiettivi dei provvedimenti correttivi

L’attuazione di un nuovo insieme di provvedimenti correttivi e sanzionatori ha come obiettivo l’interruzione della proliferazione di quello che il Garante ha definito “sottobosco” del telemarketing illecito, nella sua azione all’interno del patrimonio informativo e commerciale delle società italiane.

Il garante, difatti, afferma che il “sottobosco” dei call center illegali continuerà ad ottenere – violando spesso le normative fiscali e giuslavoristiche, oltre a quelle legate alla protezione dei dati personali – la remunerazione che consente non solo la loro sopravvivenza, ma anche il loro costante incremento.

È dunque necessario un adeguato controllo da parte delle organizzazioni committenti dell’intera “catena” di azioni che porta alla conclusione di un contratto.

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