Social Spam: di cosa si tratta? Marketing, clickbaiting e likejacking.

Con il termine “social spam” si possono definire due diversi fenomeni:

  1. L’utilizzo di indirizzi mail prelevati da social network per attività di marketing senza richiedere direttamente il consenso al destinatario ma semplicemente prelevando il contatto.
  2. L’utilizzo dei social network per l’invio massivo di messaggi o l’accesso massivo ai profili di altri utenti usando prevalentemente il “likejacking” e il “clickbaiting”.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Social Spam e Marketing

Il Garante per la Privacy ha definito che non è possibile utilizzare gli indirizzi mail trovati sui social network per attività di marketing senza richiedere uno specifico consenso. Come esempio possiamo leggere il provvedimento dei Garante nei confronti di una società di marketing alla quale vieta di attuare tale comportamento. [doc. web n. 7221917].

Se possediamo una pagina facebook aziendale non possiamo inviare mail commerciali o promozionali nemmeno a quei contatti che hanno messo “mi piace” o seguono la pagina: il fatto che abbiano aggiunto la loro mail al loro profilo con basta a presupporre che vogliano essere contattati.

Social Spam sui social network

Se fino a qualche anno fa la posta elettronica era il mezzo preferito per gli “spammers”, ora l’attenzione si sposta sui social network poiché, proprio per la loro natura di “piattaforme sociali”, danno la possibilità di accedere in modo semplice ad una quantità quasi indefinibile di contatti.
Per fare questo si usano diverse strategie, fra cui troviamo:

  • Utilizzo di profili fake o profili di altri utenti: per portare avanti queste campagne di social spam, spesso vengono usati profili “fake” (falsi profili) o profili di utenti realmente esistenti che vengono “rubati” e in questo caso viene sfruttata la credibilità della persona e la fiducia nella stessa per ingannare le persone a questa collegata;
  • Il Bulk messagging: cioè l’invio di messaggi in maniera massiva. Il bulk messagging fa si che, vedendo lo stesso messaggio/post più volte e con contenuto simile, l’utente creda nella veridicità del contenuto stesso.
  • Link malevoli: Spesso accompagnano post dal contenuto che gioca con le emozioni degli utenti o che fa leva sulle paure/speranze delle stesse. Un esempio che sicuramente tutti hanno visto almeno una volta è dato da quei post che contengono promesse di perdite di peso incredibili in pochissimi giorni, che invitano a cliccare sul link per scoprire come sia possibile (e spesso e volentieri quel link non contiene altro che un malware o, comunque, tutto tranne un rimedio miracoloso).

Likejacking e clickbaiting, i più difficili da riconoscere

Sono le azioni si social spam più difficili da riconoscere e, per questo, anche le più dannose.

Il clickbaiting è quel fenomeno per cui gli utenti sono indotti a cliccare su un link grazie a titoli o descrizioni particolarmente enfatiche (“Non crederete ai vostri occhi!” oppure “Incredibile, quando vedrete quello che è successo…”… storia già sentita, non è vero?) per poi scoprire che il contenuto non è disponibile o decisamente differente dalla descrizione che ne veniva fatta in precedenza.

Lo scopo? Semplicemente incrementare il numero di visite al portale e con esse gli introiti pubblicitari.

Il likejacking, invece, si attiva all’insaputa dell’utente dopo aver visitato qualche link malevolo. Probabilmente a causa di qualche script o malware, sul profilo dell’utente compaiono link, video o altri contenuti multimediali senza che il legittimo proprietario dell’account conceda l’autorizzazione. In questo modo i suoi collegamenti (amici, follower o cerchie) saranno indotti a credere che si tratti di contenuti affidabili e a cliccare a loro volta: si crea una sorta di circolo vizioso realmente difficile da spezzare. (Mai visto post come quelli che promettono sconti su occhiali RayBan o simili sulla bacheca dei vostri amici? Quello è forse uno degli esempi più famosi.)

Un consiglio? Diffidate sempre di ciò che leggete, soprattutto se i titoli dei link sono stati lasciati a metà di proposito, se vengono promessi sconti incredibili o se giocano sulle emozioni (e, purtroppo, quella che funziona meglio in questo senso è l’odio.)

 

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