Privacy, verso l’addio al tracciamento pubblicitario su Facebook, Instagram, Whatsapp

Questa è la volontà dei regolatori della privacy dell’Unione Europea.

Meta non dovrebbe richiedere agli utenti di accettare annunci personalizzati basati sulla loro attività online.

 

Potremo addio al tracciamento pubblicitario su Facebook, Instagram, Whatsapp.

Questa è la volontà dei regolatori della privacy dell’Unione Europea. Hanno stabilito lunedì 5 dicembre 2022 che la casa madre Meta non dovrebbe richiedere agli utenti di accettare annunci personalizzati basati sulla loro attività online.
È una decisione presa in particolare dall’EDPB – un comitato che rappresenta tutti i regolatori della privacy dell’UE – secondo quanto riportato dal Wall Street Journal in anticipo, dato che non è ancora di pubblico dominio.

Di preciso, EDPB ha chiesto alla Commissione irlandese per la protezione dei dati di emettere ordini e sanzioni in accordo con quanto deciso da questo comitato.

L’Irlanda è il principale regolatore della privacy di Meta in Europa, perché è lì che l’azienda ha la sede europea.

Le decisioni dell’UE possono essere impugnate da Meta e quindi sarebbero sospese sino alla fine di un contenzioso, probabilmente lungo. Se confermate, tuttavia, sarebbero un terremoto.

Meta e, in prospettiva, altre piattaforme avrebbero grossi ostacoli a mostrare pubblicità personalizzata agli utenti, ossia annunci basati sulle loro attività e interessi.
Al momento gli utenti possono solo scegliere, su piattaforme Meta, di non personalizzare gli annunci con dati provenienti da siti web e app di terze parti.

In modo analogo, agli utenti iPhone Apple chiede se accettare che un’app possa tracciarci attraverso altre app o siti; una novità che ha già pesato sui ricavi di Meta.
L’ordine di Edpb renderebbe generalizzato questo diritto.

Ne verrebbe un ulteriore depotenziamento importante della capacità pubblicitaria di Meta.

Ne sono convinti molti esperti che stanno commentando in queste ore, come l’analista Debra Aho Williamson di Insider Intelligence:

“La decisione delle autorità di regolamentazione dell’UE, se confermata, avrebbe un impatto drammatico sulle entrate di Meta in Europa, mettendo in ginocchio la sua capacità di utilizzare le informazioni sulle attività degli utenti sulla piattaforma per vendere pubblicità mirata. L’Europa già ora è la regione in cui Meta aveva subito le maggiori perdite di utenti e di fatturato”.

Ed è probabile che molti utenti coglierebbero questo nuovo diritto offerto loro dai regolatori.
Prova ne è che una buona parte di loro, su iPhone, hanno rifiutato il tracciamento e la conseguenza sarebbe un calo dell’8 per cento dei ricavi nel 2021, secondo quanto stimato da Meta.

«Tuttavia, ci aspettiamo che Meta combatta vigorosamente per difendere il proprio business e potrebbero passare mesi, se non anni, prima che l’impatto sia realmente percepito», aggiunge Williamson.
«Questa non è la decisione finale ed è troppo presto per fare speculazioni», ha dichiarato infatti al Wall Street Journal un portavoce di Meta, aggiungendo che la legge europea potrebbe consentire altre possibilità legali per il targeting degli annunci.

Un’eventuale decisione della Commissione irlandese per la protezione dei dati probabilmente non specificherà come Meta dovrà adeguarsi. Tuttavia, se la sentenza venisse confermata, Meta potrebbe essere costretta a chiedere il consenso degli utenti per gli annunci mirati o a offrire loro un opt-out.
Questa decisione si inserisce in una tendenza molto forte in Europa e di crescente importanza anche negli Stati Uniti: proteggere la privacy degli utenti contro la pubblicità mirata o “comportamentale” (basata su attività degli utenti).
Una nuova legge sulla privacy in California consente agli utenti di limitarla.
L’anno scorso Amazon è stata multata per circa 786 milioni di dollari in Lussemburgo per violazioni relative alla sua pubblicità, decisione che sta impugnando.
L’Irlanda, da parte sua, ha multato Meta per oltre 900 milioni di dollari in altri quattro casi negli ultimi 15 mesi e attualmente ha in corso altre 10 indagini sull’azienda.

Meta sta ancora impugnando due di queste decisioni e sta valutando un ricorso per la più recente.

Al 31 dicembre 2021, la filiale irlandese dell’azienda aveva stanziato quasi 3 miliardi di euro, pari a circa 3,15 miliardi di dollari, per le multe sulla privacy nell’UE, con un aumento di 1,97 miliardi di euro rispetto all’anno precedente.

Condividi