Privacy: Datrix, serve accordo Ue-Usa a tutela degli utenti

Trasferimento dati in Usa non conforme a Gdpr, Ue sia compatta

 

Il caso di Google Analytics è solo “la punta dell’iceberg” che ha fatto esplodere la questione del trasferimento dei dati personali negli Stati Uniti su cui si auspica ora un nuovo accordo, che dovrà però rispettare e tutelare davvero la privacy degli utenti e non configurarsi come una nuova soluzione ‘tampone’, come era stato il precedente Privacy Shield, normando correttamente l’accesso alle informazioni personali da parte di aziende, governi e servizi segreti.

Il primo passo potrebbe essere, a breve, un executive order del Presidente Usa, per normalizzare momentaneamente la situazione, in attesa di un accordo completo.

È quanto sostiene il chief Innovation Data Officer di Datrix, Filippo Trocca, partendo dalla decisione del Garante della privacy italiano, che ha giudicato “non conforme al Gdpr” l’utilizzo di Google Analytics, in quanto, trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti.

 

Il fulcro della questione non sono le singole piattaforme digitali, ma tutto il processo di trasferimento dei dati personali degli utenti tra Paesi che non presentano le stesse tutele dal punto di vista della privacy, in questo caso Unione Europea e Stati Uniti“, sostiene Trocca, sottolineando che “il problema non è trovare una pezza tecnologica all’attuale investigazione del Garante, ma andare alla radice, altrimenti – avverte il manager – il mondo del digital advertising si troverà in un perenne stato di incertezza, poiché tecnologie come i pixel di advertising oggi non possono essere rese del tutto compliant“.

 

Anche “le proposte tecnologiche che sostituiscono i 3rdParty cookie sono al momento ancora acerbe, ed è difficile affermare con certezza che non esportino dati personali“.

 

Per cui, “l’unica vera soluzione è politica, se non vogliamo fare un passo indietro tecnologico importante: pensiamo ci sia la necessità per il digital advertising europeo di compattarsi in un’azione di lobbying affinché l’Europa faccia pressione per avere un accordo con gli Usa“.

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