Open Ai: istruttoria per modello Sora da parte del Garante della Privacy

Il Garante Privacy ha recentemente avviato un’indagine su OpenAI, l’azienda statunitense che ha recentemente annunciato il lancio del suo nuovo modello di intelligenza artificiale chiamato Sora.

L’apertura di un’istruttoria costituisce una misura significativa per garantire la conformità alle normative sulla privacy, in particolare il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati – GDPR.

 

Sora: che cos’è?

OpenAI è principalmente conosciuta per i suoi modelli come GPT (per il testo) e DALL-E (per le immagini). Con l’introduzione di Sora, la gamma si espande per includere la generazione di video (della durata di 60 secondi) che, stando agli esempi pubblicati, sono quasi indistinguibili da quelli ottenuti mediante la registrazione di scene nel mondo reale.

Sora rappresenta un incredibile strumento di intelligenza artificiale generativa che ha catturato l’attenzione per la sua capacità di creare scene dinamiche e fantasiose a partire da semplici istruzioni testuali.

 

Sora: vantaggi e rischi

L’introduzione di Sora ha aperto nuovi orizzonti nell’ambito della creatività digitale, soprattutto nella generazione di contenuti multimediali.

I primi esempi presentati hanno rapidamente raggiunto la viralità, evidenziando immediatamente le sue potenzialità straordinarie. Infatti, attraverso l’utilizzo di questo modello, è possibile produrre video realistici e credibili.

Tuttavia, questa innovazione sottolinea anche l’importanza di affrontare considerazioni etiche e sociali relative alla manipolazione dei media e alla sicurezza, in quanto essa potrebbe essere usata per produrre deepfake e disinformazione.

 

Istruttoria

A seguito del lancio del modello Sora, il Garante Privacy ha iniziato un’indagine su OpenAI.

Considerando le possibili implicazioni del servizio Sora, l’Autorità ha richiesto a OpenAI una serie di delucidazioni circa il suo funzionamento. In aggiunta, sono state richieste maggiori informazioni circa il trattamento dei dati personali degli utenti nell’Unione Europea (in particolar modo in Italia).

Infine, OpenAI dovrà chiarire al Garante diversi aspetti, tra cui le modalità di addestramento dell’algoritmo e la tipologia di dati raccolti ed elaborati per tale addestramento. A maggior ragione se riguardano dati personali, comprese le categorie particolari di dati sensibili come convinzioni religiose, opinioni politiche, dati genetici, informazioni sulla salute o vita sessuale, e, conseguentemente, le fonti utilizzate.

Qualora il servizio sia o sarà offerto agli utenti nell’Unione Europea, il Garante ha chiesto a OpenAI di confermare se le modalità previste per informare gli utenti e ottenere il loro consenso, nonché le basi giuridiche del trattamento dei dati forniti da coloro che accedono al servizio, siano conformi al Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati.

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