Le nuove Linee guida NIS emanate dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) non devono essere considerate come un semplice adempimento burocratico, ma come una concreta opportunità per le organizzazioni di rafforzare la propria governance e la propria resilienza. Le scadenze previste sono ormai vicine e le sanzioni in caso di mancato adeguamento possono essere rilevanti: per questo motivo conviene avviare da subito il percorso di conformità.
Le Misure di sicurezza previste
Le misure di sicurezza individuate dagli allegati tecnici si articolano in funzioni, categorie e requisiti. Per i soggetti importanti sono previste 37 misure suddivise in 87 requisiti, mentre per i soggetti essenziali le misure diventano 43, per un totale di 116 requisiti.
Questa differenza riflette il ruolo critico che gli enti essenziali ricoprono per la collettività e la loro maggiore esposizione ai rischi. Le misure non riguardano soltanto aspetti tecnologici come autenticazione multifattore, cifratura e monitoraggio, ma anche elementi organizzativi come politiche, ruoli, procedure e gestione della supply chain. Tutto viene declinato in ottica risk-based, privilegiando la protezione dei sistemi e dei servizi più critici.
Incidenti e obblighi di notifica
Un altro punto centrale delle linee guida riguarda la gestione degli incidenti significativi. Non si tratta di qualsiasi malfunzionamento, ma di eventi che hanno un impatto rilevante sui dati o sui servizi essenziali. Per i soggetti importanti sono state individuate tre tipologie di incidenti, mentre per gli essenziali se ne aggiunge una quarta, legata all’abuso di privilegi interni.
Dal momento in cui un’organizzazione rileva un incidente, scatta un obbligo stringente: entro 24 ore deve essere inviata una pre-notifica al CSIRT Italia e, entro 72 ore, una notifica completa. Questo comporta la necessità di dotarsi di sistemi di monitoraggio costante, di un help desk preparato e di processi interni pronti a reagire con tempestività.
Scadenze principali
Le linee guida fissano un calendario preciso:
- Entro gennaio 2026: i soggetti coinvolti dovranno essere in grado di rispettare gli obblighi di base in materia di notifica degli incidenti;
- Aprile 2026: l’ACN adotterà il modello di categorizzazione delle attività e dei Servizi;
- Settembre 2026: entro questo mese dovrà essere completata l’implementazione delle misure di sicurezza di base e la categorizzazione delle attività;
- Da ottobre 2026 scatteranno infine gli obblighi di lungo termine.
Le aziende e le pubbliche amministrazioni devono intraprendere fin da ora un percorso strutturato. Il primo passo consiste in un’analisi dei rischi accurata, che consenta di individuare i sistemi e i servizi realmente critici. Su questa base va costruita una roadmap di adeguamento che includa attività di formazione del personale, definizione dei processi di gestione degli incidenti, revisione della supply chain e predisposizione dei piani obbligatori, da sottoporre e approvare a livello di board.
Un’opportunità per aziende e PA
Le linee guida ACN non vanno viste solo come un obbligo normativo, ma come un’opportunità strategica. Avviare ora il percorso di adeguamento permette non solo di ridurre il rischio di sanzioni, ma anche di rafforzare la resilienza organizzativa e di guadagnare un vantaggio competitivo. Le imprese e le amministrazioni che si muoveranno per tempo potranno infatti beneficiare di una maggiore fiducia da parte di clienti, partner e cittadini, consolidando la propria reputazione e la propria sostenibilità.