In Italia è vietato il riconoscimento facciale: una decisione importante ispirata dalla sentenza Cedu sulla Russia

Il Parlamento italiano ha recentemente preso una decisione significativa riguardo all’utilizzo del riconoscimento facciale, approvando una moratoria che vieta l’installazione di tali sistemi nei luoghi pubblici fino al 2025. Questa scelta, ispirata anche dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla Russia, riflette la crescente preoccupazione riguardo alla privacy e ai diritti umani legati a questa tecnologia.

 

La moratoria italiana sul riconoscimento facciale

Il Parlamento italiano ha approvato una moratoria che blocca l’installazione di sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici fino al 2025. Questa decisione riguarda sia i privati che le autorità, con l’eccezione dei comuni, che possono utilizzare tale tecnologia solo previo parere del Garante della privacy.

La moratoria italiana segue la regolamentazione stabilita dal Parlamento Europeo nell’IA Act, che vieta l’uso del riconoscimento facciale insieme ad altre tecnologie come l’analisi biometrica e la “polizia predittiva”. Queste misure sono state introdotte per proteggere la privacy e i diritti umani dei cittadini.

L’utilizzo del riconoscimento facciale è stato oggetto di crescente preoccupazione per la privacy e i diritti umani. Questa tecnologia può essere invasiva e ha sollevato questioni riguardo alla sua precisione, con errori frequenti e casi di discriminazione registrati. Inoltre, i modelli matematici alla base del riconoscimento facciale sono spesso poco trasparenti e difficili da comprendere per il pubblico.

 

La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza chiara riguardo all’utilizzo del riconoscimento facciale per individuare e arrestare manifestanti in Russia. Tale pratica è stata considerata una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, suscitando preoccupazione anche in altri Paesi con tradizioni sui diritti umani diverse da quelle russe.

Sebbene la Russia sia stata esclusa dalla Cedu a seguito dell’invasione dell’Ucraina, la sentenza rimane legalmente vincolante per i Paesi membri. Ciò significa che la decisione della Corte potrebbe avere impatti su altre nazioni, soprattutto quelle con diverse tradizioni in materia di diritti umani rispetto al regime di Vladimir Putin.

La moratoria sul riconoscimento facciale in Italia e la sentenza della Cedu sulla Russia dimostrano come la politica sia consapevole dei rischi di questa tecnologia per la privacy e i diritti umani. Ora è necessario aprire un dibattito approfondito per affrontare i dubbi morali ed etici sollevati dal riconoscimento facciale e assicurarsi che i futuri sviluppi tecnologici siano in linea con i valori fondamentali della società.

L’Italia ha preso una decisione importante per la tutela della privacy e dei diritti umani, ispirata dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla Russia. La moratoria sul riconoscimento facciale, in accordo con la regolamentazione europea, segnala una crescente consapevolezza riguardo ai rischi di questa tecnologia e la necessità di un dibattito aperto sulla sua etica e impatto nella società.

Condividi