Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”.
Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra imprese e tra imprese e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala.
La maggiori criticità rilevate sono:
- L’archiviazione per fini di controllo delle fatture emessa da parte dell’Agenzia delle Entrate: i dati contenute nelle fatture non conterranno solo quelli strettamente obbligatori ai fini fiscali, ma altre informazioni di dettaglio quali i beni e i servizi acquistati e le abitudini e le tipologie di consumo fino ad arrivare alla descrizione di prestazioni sanitarie e legali;
- La scelta dell’Agenzia delle entrare di rendere disponibili sul proprio portale tutte le fatture in formato digitale anche senza richiesta del consumatore e anche per chi ha espresso il desiderio di continuare a riceverle in forma cartacea o in digitale direttamente dal fornitore.
- Il ruolo degli intermediari delegabili dal contribuente per la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture, alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche relativi a ulteriori usi impropri.
- La mancata cifratura della fattura elettronica e l’utilizzo della PEC lo scambio delle fatture con la possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica.
Il 21 novembre è in programma un incontro tra Antonello Soro e l’Agenzia ma prime rassicurazioni sulla possibilità di arrivare a correzioni senza particolari difficoltà sono arrivate già da un primo confronto con i deputati del Movimento 5 Stelle della commissione Finanze della Camera.
Secondo quanto emerso, la data del primo gennaio per l’introduzione della fatturazione elettronica non subirà variazioni, anche perché la strada della proroga non è percorribile per i costi: far slittare il debutto dell’obbligo di e-fattura significherebbe trovare coperture per 1,97 miliardi, ossia il recupero di gettito stimato dalla misura dalla legge di Bilancio dello scorso anno.
Maggiori informazioni: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9059957