Google privacy Sandbox: novità per il mobile

La pubblicità digitale è basata sull’accumulo di dati sugli utenti e questo ha sostenuto internet negli ultimi 20 anni.

Detto questo, Google lo scorso anno ha annunciato di voler rivedere il tracciamento degli utenti, un processo pluriennale. Oggi, sulla scia lasciata da Apple, il progetto “Privacy Sandbox” di Google si estende anche ai dispositivi Android.

Allo stato attuale delle cose, i dispositivi Android vengono “taggati” con un identificatore unico (ID pubblicitario), usato per costruire il profilo dell’utente in modo che gli sviluppatori possano indirizzare con precisione gli annunci in-app.

 

Cosa succederà con le nuove regole di Privacy Sandbox?

L’ID pubblicitario sarà eliminato gradualmente dal sistema, in favore di meccanismi di targeting alternativi, più “rispettosi” della privacy degli utenti singoli.

Antony Chavez, vice presidente della divisione Android di Google, sottolinea come “l’obiettivo di Google è quello di introdurre nuove soluzioni pubblicitarie più private che limiteranno la condivisione dei dati degli utenti con terze parti e opereranno senza identificatori cross-app, incluso l’ID pubblicitario“.

 

E Apple, come agisce?

Le misure sulla privacy introdotte con iOS 14.5 hanno costretto gli sviluppatori a chiedere agli utenti il permesso di tracciare la loro attività all’interno delle app e dei siti web di altre aziende attraverso una finestra di dialogo che invita gli utenti a “Consentire” o “Chiedere all’App di non tracciare“.

In particolare, Apple ha introdotto il proprio sistema di ad-targeting poco dopo il cambiamento. Meta, però, ha fatto sapere che i cambiamenti della privacy di Apple le costerebbero 10 miliardi di dollari in mancate entrate pubblicitarie.

 

Le implicazioni:

Fino ad ora la risposta da parte dei produttori di popolari applicazioni Android è stata positiva, soprattutto perché Google ha coinvolto gli sviluppatori di terze parti fin dall’inizio del processo.

La transizione verso il cookie-less web è solo agli inizi, ma è già chiaro che il mercato pubblicitario digitale non sarà più lo stesso.

Il bello ora sarà scoprire se e come queste implementazioni andranno a migliorarne le dinamiche e quale sarà il reale impatto economico di questa mutazione.

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