Garante privacy: “Diritti fondamentali da proteggere in tempi di guerra e pandemia”

La relazione annuale sull’attività del 2021 del Garante privacy ha ricordato i principali interventi dell’autorità, per esempio in materia di Greenpass, telemarketing, attuazione del PNRR, ma è stato soprattutto il momento per riflettere sul ruolo della protezione dei dati nel contesto storico di mutamenti che stiamo vivendo.

 

Nella fase storica di transizione che stiamo vivendo, caratterizzata da emergenze e nuove sfide globali, il ruolo che la tutela dei dati personali deve assumere è quello di baluardo difensivo dei diritti delle persone.

 

La relazione Garante Privacy 2022

Il presidente del Garante privacy Pasquale Stanzione, nel presentare ieri la relazione annuale sull’attività svolta dall’Autorità nel corso del 2021, ha sottolineato come le innovazioni in corso siano tanto profonde “da aver mutato il paradigma tra uomo e mondo”, evidenziando la particolare congiuntura tra la situazione socio-politica attuale e le spinte riformatrici sul terreno del digitale “su cui l’Europa si è dimostrata protagonista assoluta”.

In questo scenario, “il dramma che si agita sullo sfondo è una priorità”, con riferimento alla guerra in Ucraina che infuria da poco più di quattro mesi e che pone i riflettori sui concetti di autoritarismo e democrazia.

Un contesto emerso, oltretutto, dopo due anni segnati dalla pandemia, emergenza che ha portato a galla “la capacità europea di coniugare libertà e solidarietà”. Per Stanzione infatti, nel dover bilanciare necessità sanitarie e tutela dei diritti, “la privacy ha dimostrato di essere un diritto mai tiranno, duttile ma rigoroso nei principi e nel significato ultimo: promuovere la sinergia tra innovazione e libertà ponendo sempre la persona al centro“.

Garante privacy, l’impatto di AI Act, DMA e DSA

Lo sviluppo importante avuto dalla digitalizzazione in seguito alla pandemia e, ora, nel contesto della guerra anche cibernetica ha portato a valutare come quella digitale sia apparsa “come la frontiera più valicabile da parte della criminalità informatica e da parte di chiunque volesse sfruttare dati e informazioni personali a fini illeciti”.

La normativa costruita nel corso del tempo dall’UE punta però a proteggere i diritti fondamentali delle persone. Tra le attività citate dal Garante, “l’AI act introduce misure utili a prevenire situazioni pregiudizievoli” in relazione all’impiego dell’intelligenza artificiale.

La proposta “sottende una questione importante, cioè esprime l’esigenza di rimodulare il perimetro del tecnicamente possibile sulla base di ciò che si ritiene giuridicamente ed eticamente rilevante. L’AI Act è forse il più rilevante dei tasselli della regolamentazione europea del digitale, in cui il GDPR ha ruolo centrale”.

Tra le altre norme, Stanzione ha sottolineato la rilevanza di “DSA e DMA, approvati avant’ieri”, che hanno l’obiettivo “di introdurre una regolamentazione del potere privato delle piattaforme”. Un contesto normativo in evoluzione in cui “le autorità di protezione dati sono interpreti d’avanguardia del disegno riformatore UE”.

 

Garante privacy e istituzioni: le attività

La centralità della protezione dei dati nel contesto attuale si riflette sul ruolo del Garante privacy nella dinamica istituzionale, tanto che come ricordato dal presidente dell’Autorità “nell’ultimo anno si è registrato un incremento nel numero di pareri su schemi e atti regolamentari e interrogazioni parlamentari”, in diversi settori. Proprio la varietà dei contesti istituzionali in cui al Garante vengono mosse richieste “dimostra come si stia diffondendo la consapevolezza di progettare le riforme secondo una prospettiva privacy oriented per promuovere innovazioni inclusive”.

 

Il Greenpass

Il coinvolgimento del Garante, come affermato da Stanzione, ha consentito alla disciplina del Greenpass di delineare un equilibrio ragionevole tra necessità della Sanità publica e autodeterminazione delle persone. Le garanzie approntate hanno consentito la verifica della certificazione “evitando l’indebita conoscenza da parte di terzi delle scelte del soggetto”.

 

Telemarketing illecito

Il Garante poi si è soffermato sul tema del telemarketing illecito, definito “un fenomeno endemico al punto di essere assurto a simbolo dell’invadenza del mercato”. Stanzione ha ricordato come “con l’emendamento al Decreto Capienze si è superato uno stallo che ha impedito per due anni la piena attuazione della legge 5 del 2018, consentendo anche l’approvazione del nuovo regolamento che determinerà tra pochi giorni il suo effettivo funzionamento con sua estensione ai numeri mobili”.

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