Amazon ha violato la privacy con il suo videocitofono Ring?

Il videocitofono Ring di Amazon è stato utilizzato dalla polizia degli Stati Uniti per ottenere filmati senza il consenso dei proprietari.

 

Amazon ha violato la privacy con il suo videocitofono Ring?

L’azienda ovviamente sostiene di no, ma alcuni democratici statunitensi non sono d’accordo e si dicono preoccupati.

Nel 2022, infatti, secondo quanto riferito dall’azienda stessa, per undici volte sono stati forniti alle forze dell’ordine, senza il consenso dell’utente, i filmati di ciò che avveniva all’esterno della casa del proprietario del videocitofono.

 

L’accusa dei democratici

Il senatore democratico, Edward Markey, che si occupa di privacy, ha chiesto chiarimenti in merito alla questione e ieri ha pubblicato la lettera di risposta di Amazon, che ha ammesso di aver fornito alle forze dell’ordine undici volte alcuni filmati ottenuti attraverso i videocitofoni Ring installati in case private.

 

Cosa ha detto Amazon in sua discolpa

Il tutto – avvenuto senza il consenso dei proprietari nonostante in precedenza l’azienda avesse dichiarato che lo avrebbe fatto solo in caso di autorizzazione – per Amazon è successo in circostanze di emergenza e nel rispetto della legge.

La legge autorizza le aziende come Ring a fornire informazioni agli enti governativi se ritiene che un’emergenza possa comportare pericolo di morte o di gravi lesioni fisiche a una persona, come in caso di rapimento o tentato omicidio”, ha risposto l’azienda in un comunicato citato da Reuters.

Ring ha deciso in buona fede che c’era un pericolo imminente che richiedeva la divulgazione delle informazioni senza indugio”, ha chiarito Brian Huseman, vicepresidente della public policy di Amazon.

Amazon, tuttavia, non ha specificato quali video fossero stati condivisi con la polizia.

 

Cosa non ha detto Amazon

Huseman, però, riferisce l’agenzia di stampa, non ha voluto specificare quando la tecnologia Ring può catturare l’audio (che volendo può essere disattivato) e quanto siano sensibili le registrazioni.

Inoltre, la crittografia end-to-end, disponibile sebbene disabiliti alcune funzioni, non è un’opzione predefinita per i dati Ring.

 

Il servizio Neighbors

Amazon, riferisce il Guardian, ha inoltre dichiarato che 2.161 forze dell’ordine sono iscritte alla app di sicurezza pubblica Neighbors, che consente alla polizia e ad altri soggetti di chiedere ai proprietari di Ring i filmati.

Secondo Markey, il numero è quintuplicato dal novembre 2019 e “la crescente dipendenza delle forze dell’ordine dalla sorveglianza privata crea una crisi di responsabilità”.

Come dimostra la mia indagine in corso su Amazon, – ha detto il politico – è diventato sempre più difficile per i cittadini muoversi, riunirsi e conversare in pubblico senza essere tracciati e registrati”.

 

E i dati biometrici?

Il senatore si è anche detto preoccupato che Amazon e altre aziende tecnologiche inizino a utilizzare i dati biometrici nei loro sistemi e ha fatto notare che lui e altri colleghi hanno presentato una proposta di legge volta a limitare l’accesso delle forze dell’ordine a tali informazioni.

 

Le conseguenze

Il fatto è destinato a sollevare ulteriori preoccupazioni per la privacy e la libertà civile in merito agli accordi di condivisione dei video con i dipartimenti di polizia degli Stati Uniti.

Alcune precedenti richieste da parte delle forze dell’ordine, fa notare il Guardian, hanno sollevato preoccupazioni sul modo in cui la polizia potrebbe tentare di utilizzare questi filmati. L’anno scorso, il gruppo no-profit per i diritti digitali Electronic Frontier Foundation ha riferito che il dipartimento di polizia di Los Angeles ha richiesto i video di Ring durante le proteste Black Lives Matter del 2020.

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