Meta ha annunciato che utilizzerà tutti i dati pubblicati sui suoi social network dagli utenti residenti nell’Ue per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale. La decisione arriva dopo quasi un anno di stallo dovuto ai dubbi sulla liceità del trattamento. Questa novità ha già interessato tutti i paesi extra-UE nello scorso anno.
In pratica, qualsiasi contenuto pubblicato su un prodotto Meta (Facebook, Instagram) potrà essere usato per addestrare l’algoritmo di Meta AI, il modello di intelligenza artificiale appena introdotto nell’Unione Europea.
I dati utilizzati
Secondo le dichiarazioni di Meta, l’addestramento del suo modello di AI utilizzerà quelli che l’azienda definisce “contenuti pubblici condivisi da utenti adulti”. Ovvero tutti i post e i commenti pubblicati su Facebook e Instagram. Sono esclusi i contenuti pubblicati da utenti minorenni ed i messaggi privati scambiati con gli altri utenti.
Secondo le dichiarazioni, l’azienda di Mark Zuckerberg tiene a sottolineare di non fare nulla di nuovo rispetto ai suoi concorrenti. Nel comunicato si legge: “Stiamo seguendo l’esempio di altre aziende, tra cui Google e OpenAI, che hanno già utilizzato dati degli utenti europei per addestrare i propri modelli di IA”.
Tuttavia c’è un’importante differenza rispetto all’approccio dei competitor. Chi negli ultimi anni si è preoccupato di limitare l’accesso ai suoi profili social, per esempio limitando la visualizzazione dei contenuti ad amici e contatti, fino a oggi poteva contare sul fatto che non finissero nel calderone dei dataset per l’addestramento dell’AI. In questo caso invece, non varrebbero più queste limitazioni poste dall’utente.
Diritto di opposizione
Anche in questo caso, assicura l’azienda, è prevista la possibilità di opporsi. Tutti gli utenti riceveranno una comunicazione simile che permetterà di scegliere. Solo allora chiariranno i dettagli del diritto all’opposizione, garantito agli utenti.
Permangono tuttavia dei dubbi sull’efficacia di questa forma di opposizione. Per esempio: cosa succede quando pubblichiamo un post e qualcun altro lo condivide? Diventa materiale utilizzabile da Meta AI? E quali saranno le conseguenze per gli artisti che condividono le loro opere attraverso i social?
Prospettive future
Dopo quasi un anno di attesa, Meta ha finalmente ottenuto l’autorizzazione ufficiale per utilizzare i contenuti generati dagli utenti.
La decisione è arrivata dopo un lungo periodo di attesa dovuto alla complessità delle normative europee, in particolare quelle legate alla protezione dei dati personali (GDPR) e all’uso dell’intelligenza artificiale (AI Act). Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale, il via libera è stato reso possibile grazie all’opinione favorevole espressa dal Comitato europeo per la protezione dei dati lo scorso dicembre, oltre che a un dialogo “costruttivo” con l’autorità irlandese per la privacy, nel Paese dove Meta ha stabilito il suo quartier generale europeo.
Tuttavia, l’azienda di Mark Zuckerberg si trova a dover affrontare potenziali criticità, a partire dalla reazione degli utenti. Infatti dopo aver già accettato, spesso controvoglia, il fatto di essere costantemente tracciati per fini pubblicitari, ora viene chiesto loro di contribuire alla creazione di sistemi di intelligenza artificiale destinati, almeno sulla carta, a generare profitti miliardari per la società.
A tutto questo si aggiungono anche questioni legali. Da un lato, si attende l’esito dell’indagine condotta dalla Procura di Milano per una presunta evasione fiscale legata alla mancata applicazione dell’IVA su uno scambio tra dati personali e servizi digitali. Dall’altro, a Menlo Park cresce la tensione per una causa in corso negli Stati Uniti: entro i prossimi 37 giorni è infatti attesa la sentenza sulle accuse di abuso di posizione dominante legate alle acquisizioni di WhatsApp e Instagram.