In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale viene spesso utilizzata come etichetta accattivante, la storia di Builder.ai si presenta come un monito.
La startup è stata fondata nel 2016 da Sachin Dev Duggal. L’imprenditore si presentava come un visionario con un passato brillante nell’ambito della programmazione.
L’obiettivo di Duggal era quello di creare una piattaforma che semplificasse lo sviluppo di applicazioni, anche per chi non aveva competenze tecniche. L’idea era quella di combinare moduli software predefiniti, programmatori in carne e ossa e un’interfaccia virtuale gestita da un assistente chiamato “Natasha”. Il tutto orchestrato dall’intelligenza artificiale.
Questo ambizioso progetto prometteva di rivoluzionare il mercato rendendo la creazione di software personalizzati accessibile come ordinare una pizza.
Un successo alimentato dal marketing e dall’illusione
Grazie a un’efficace strategia di comunicazione, nel corso degli anni Builder.ai si è rapidamente posizionata come pioniera nello sviluppo software automatizzato.
Il boom dell’IA generativa, spinto da ChatGPT, ha ulteriormente rafforzato la narrazione dell’azienda. Grazie ad una efficace campagna di marketing, la startup ha attirato importanti investitori come Microsoft, SoftBank e il fondo sovrano del Qatar.
Tra il 2018 e il 2023, Builder.ai ha raccolto centinaia di milioni di dollari, ottenendo anche l’integrazione nei servizi cloud Microsoft.
Tuttavia, dietro questa immagine scintillante, si nasconde una realtà ben diversa da quella pubblicizzata dall’azienda.
Alcune inchieste hanno rivelato infatti che l’intelligenza artificiale utilizzata da Builder.ai era solo di facciata: i progetti venivano in realtà realizzati da sviluppatori malpagati, senza traccia di vera automazione.
I problemi tecnici, uniti a una cultura aziendale basata sul marketing più che sulla sostanza, hanno minato la credibilità della piattaforma.
Il crollo e le conseguenze
Le difficoltà dell’azienda sono emerse in maniera evidente nel 2023, quando Duggal è stato accusato di aver gonfiato i dati finanziari fino al 300%. A febbraio 2024 si dimette da CEO, lasciando l’azienda in una crisi profonda.
Con solo 5 milioni di liquidità residua e centinaia di licenziamenti, Builder.ai ha assistito alla fuga degli investitori: uno di questi ha ritirato 37 milioni di dollari per violazioni contrattuali.
Il 20 maggio 2024 l’azienda ha ufficialmente dichiarato bancarotta, lasciando oltre 100 milioni di dollari di debiti e migliaia di clienti con progetti incompleti.
Nonostante questo caso clamoroso, il settore delle piattaforme low-code e no-code continua a crescere. Le previsioni più ottimistiche indicano un mercato da 26 miliardi di dollari entro fine anno e il 60% delle nuove applicazioni aziendali sviluppate tramite strumenti IA entro il 2028.